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lunedì 12 agosto 2013

Born to be my Baby



Dopo il mio post su Tabitha, alcuni mi hanno chiesto quale era stata alla fine la reazione dei miei genitori una volta scoperta la bugia.
Nessuna reazione in particolare, a dire il vero. Anche perché, che libertà di parola potevano mai avere visto che, alla fine, buon sangue non mente?

Era il natale del 1980 e alla piccola Mirandina venne regalata la Candy Candy estetista: un enorme faccione di Candy con tutti i cosmetici per poterci pastrugnare sopra. Grande regalo che avrebbe influito molto sulla mia personalità, ma con un grande limite: i capelli non erano “acconciabili”! Erano strani, la Mattel forse non aveva ponderato bene le potenzialità del gioco, ma con quei capelli non si riusciva a fare nulla, ed io, che da piccola venivo puntualmente portata dal barbiere con il mio papà per un taglio a prova di asilo e di eventuali pidocchi, adoravo i capelli lunghi.
Iniziavo a giocarci entusiasta ma finivo sempre con una punta di delusione che naturalmente i miei coglievano. “Ma cosa non ti piace?” mi chiedeva puntualmente la mamma. “Con questi capelli non riesco a farci neanche una treccia piccola” rispondevo abbattuta. E papà chiosava “ma è la Candy Candy estetista, non la Candy Candy parrucchiera”. Oggi con piglio vigoroso avrei risposto “Beh, allora avete sbagliato regalo!!!”, ma ai tempi mi limitavo a sospirare demoralizzata. Ed allora eccoli, loro! Coalizzati! Machiavellici come pochi! Pronti a cogliere la palla al balzo e a farsi beffe di una piccola bimba di soli 5 anni. Erano i primi di gennaio del 1981, me li ricordo bene seduti tutti e due sul divano mentre io sul tavolino stavo cercando di fare almeno un codino alla bambola: “Hai ragione, non si possono pettinare questi capelli. Che ne dici di una nuova bambola? Una bambola con dei capelli bellissimi, lunghi, tutta per te? La vorresti?”
E quale poteva essere la mia risposta se non un entusiastico “SIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!”?
Il problema di questa bambola era che non era detto che sarebbe stata una bambola femmina e comunque per giocarci avrei dovuto aspettare agosto!
Bel modo per dirmi che sarei diventata SORELLA MAGGIORE!
Due frasi mi ricordo bene i miei continuavano a ripetermi per prepararmi al mio nuovo ruolo.
La mamma mi continuava a dire che sarebbe stata tutta per me e il papà che avrei dovuto assecondarla e curarla perché sarebbe stata più piccola!
Magari protestando un po’ a volte, ma non mi sono mai sottratta a questo compito, anzi penso di averlo assunto in modo assoluto, con un senso del dovere direi kantiano.
All’inizio, lo ammetto, mi era sembrata una grande fregatura. La nanetta si era presentata al mondo senza neanche un capello. Sembrava apprezzare il mio regalino (un sonaglietto comprato all’upim e pagato con le mie monetine da 50lire) ma aveva un forte spirito d’indipendenza, dormiva e mangiava quando voleva lei e questo non si doveva fare perché mi avevano insegnato che in una famiglia gli orari sono importanti, non è che si può fare quello che si vuole.
Appena nata era proprio bruttina, in particolare se paragonata a me che ero uno splendore.

 

I miei genitori ai tempi avevano un negozio di panetteria e così io e Arianna abbiamo passato tanto tempo insieme da subito: i miei erano al piano di sotto in negozio ed io al piano di sopra, indaffarata fra Bim Bum Bam e i miei primi compiti (era l’anno della prima elementare). Aspettavo che l’esserino si svegliasse e quel punto il mio compito era quello di gridare “mammaaaa!!!!” ed intrattenere la bimba! Per intrattenerla spostavo letteralmente il lettino (che aveva le rotelle) dalla camera  buia (ero troppo piccola per aprire le persiane) alla cucina e per farla smettere di piangere le mettevo dentro i miei giochi e i miei libri di favole…
Io me lo ricordo bene quando mi misero in braccio Arianna per la prima volta. Aveva una tutina di spugna bianca e arancione. Profumava di buono. Mi fece uno strano effetto il suo peso sulle mie braccine. Era piccola, ma era proprio un fagottino pesante se dovevo tenerla da sola.

Arianna adesso è grande, ha superato i 30, è diventata una gran bella donna, davvero ed in ogni senso.  E finalmente ha i capelli lunghissimi e bellissimi! Pensando a lei mi si affollano nella mente e nel cuore così tanti momenti in cui mi ha concesso il privilegio di entrare nelle sue emozioni e nella sua vita permettendomi di esercitare il ruolo di sorella maggiore che… non ha senso raccontarli, perché sono sguardi, silenzi, pianti, suoni, musica, racconti…e sono solo nostri.

Ma per fare capire quanto io sia orgogliosa della mia piccola "tabulina" basti pensare che si è laureata con buoni risultati pur non amando quello che faceva, ha sempre scelto Armani per i momenti importanti, ha passato il suo primo colloquio nella City of London parlando di calcio, nella sua tesi ha ringraziato i Duran Duran, legge la Bibbia con grande senso critico, è diventata vegetariana quando ha avuto il coraggio di guardare un video su quello che accade nei macelli e ha pianto leggendo Tolkien.


Sembra che stia descrivendo la sorella migliore del mondo, vero? In realtà non lo è affatto perché è ovvio che essendo il risultato delle mie fatiche quel titolo spetta solo a me! Anni e anni a passati a ripeterle come un mantra "cosa è quella matita all'interno dell'occhio? ma che forma hanno quelle scarpe? leggere un libro per la gioia di leggere è un insulto all'intelligenza, immagino? il latino è importante, poi sbagli la consecutio e la gente lo sa che sei mia sorella! No, non è musica, è cacofonia! Perché il cinema ha un suo registro, se ci perdiamo l'inizio come si fa a capire quale è la tesi del regista? Ohhhh finalmente una borsa decente…  ehi aspetta… ma quella è mia!  Se le accade qualcosa non tornare a casa!!!  Chiaro!!!!" hanno sortito il loro effetto.

E adesso vive lontano da me, ed ha anche trovato un compagno per la vita che, accidenti, ci piace davvero! Carino, così inglese, gentile, educato… eh si, accidenti, questo ci piace proprio, e soprattutto ci piace lei adesso che è con lui. Forse è questo l'amore: trovare qualcuno che sappia tirare fuori il meglio che hai e che sappia valorizzare tutto il resto. non si tratta di cambiare o di inventare nulla. Si tratta solo di essere così sereni e sicuri da non sentire più l'esigenza di una maschera.
Graeme, è questo il nome del fortunato cavaliere, mi ha detto (perché è con me che deve fare i conti) che si prenderà cura della mia sorellina. Commossa ed emozionata non posso far altro che rispondere "ok little boy, you're in charge, but just when I'm not there!".



Ma passiamo al mio lavoretto. Una delle cose più belle dell'estate sono i concerti Rock! Io e Arianna lo scorso 29 giugno siamo andate a San Siro al concerto dei Bon Jovi! Un  vero tripudio! La foto è stata scattata proprio quel giorno, mentre ci stavamo recando allo Stadio.



La carta utilizzata è My Mind's Eye per lo sfondo, mentre i  piccoli ritagli sono Maya Design e Pion Design. La scritta JUST SISTERS è stata fatta con adesivi Calico e Cameo Silhouette, il fiore in alto è in ceramica, paillettes e ferma campioni sparsi qua e là.









Non sono un granché brava con i LO veri e propri, forse perché pur amando le regole e sapendomi muovere solo al loro interno, non riesco a capire perché debba necessariamente lavorare su un 30x30, formato che fra l'altro mi piace anche poco.
Ecco allora che mi è venuto in aiuto un supporto Stamperia in MDF 19x23,5cm. 



Il processo lo conoscerete sicuramente meglio di me (a me tocca sempre chiamare Gloria e chiedere i passaggi corretti), ma in ogni caso: un primo passaggio di primer e poi io ho scelto una prima mano di acrilico tortora ed una seconda sempre in tortora ma con il pennello sporco di color cioccolato. Una volta asciutto ho attaccato il mio sfondo e con un blending tool ho sfumato sia la carta che il supporto con il distress Walnut Stain. Prima di decorare la mia pagina ho passato la vernice protettiva opaca sulla cornice.


Grazie mille per essere passati di qua 
e se vorrete lasciare un commento sarà più che gradito

K&H

M!R